Precari (fuori)legge

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Il diritto dell'ingiustizia. Perché la Legge non è mai uguale per tutti, neanche per chi la amministra. Circa 3700 giudici, in Italia, lavorano ogni giorno mandando avanti la macchina giudiziaria che altrimenti ingolferebbe le aule di tribunale. Sono vice procuratori onorari, pubblici ministeri a tutti gli effetti e giudici onorari di tribunale, che giudicano reati condannabili fino a 8 anni di reclusione. Sono il simbolo della giustizia italiana che va in pezzi. Sono precari pagati a cottimo, senza diritti e alcuna tutela, che si occupano di oltre l'80% delle cause di primo grado che affollano i tribunali. In un paese dove "le toghe" sono l'argomento più discusso e dibattuto, ci si dimentica di chi una "toga" la indossa ogni giorno ma non riceve "giustizia" da oltre 15 anni. Niente previdenza, niente ferie, niente malattia e niente pensione. Questo libro serve per conoscere e non dimenticare. Questo libro è l'ultima strada per ottenere ciò che spetta di diritto a ciascun lavoratore, la dignità di essere definito tale. I proventi del libro verranno utilizzati per finanziare una causa contro il Ministero della Giustizia, per ottenere "l'erogazione del trattamento di quiescenza", una pensione che potrebbe non arrivare mai.
Autore
Paola Bellone
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 Precari (fuori)legge 

- Ogni giorno in tribunale

autore: Paola Bellone

pagine: 176

 

Un fuoco di fila di storie, di processi celebrati nel Tribunale di Torino. Storie incredibili, ma vere, a volte grottesche. Il marito che simula di essere stato rapito per trascorrere un fine settimana con l'amante, il processo al maggiordomo accusato di avere avvelenato l'alano della contessa, l'estetista che ha "ricostruito" le unghie della sua cliente con l'attack. Ma anche storie amare e dolorose. E poi ci sono le ingiurie, un florilegio infinito (gli Italiani sono un popolo di permalosi, magari non pagano le tasse, ma se vengono insultati, allora pretendono che sia ristabilita la legalità ad ogni costo - e i costi sono alti anche per l'amministrazione della giustizia). Ne nasce uno spaccato della società italiana, volto a spiegare ai lettori di che cosa si occupa, anche, la Giustizia penale in Italia. Gli autori sono pubblici ministeri precari, impegnati a lavorare ogni giorno in tribunale. Noti negli uffici giudiziari come "VPO" (vice procuratori onorari), titolo dal sapore balzacchiano, salvo scoprire che a loro non spetta alcun onore, ma solo oneri. L'oggetto della denuncia è più incredibile delle storie raccontate: la precarietà nella magistratura. Dove al male dell'ingiustizia sociale (vittime i magistrati onorari in quanto lavoratori non riconosciuti come tali dallo Stato che servono), si aggiunge la totale negazione della funzione di garanzia della magistratura. Scopo provocatoriamente dichiarato del libro, raccogliere fondi per finanziare l'iniziativa giudiaziaria degli autori: fare causa allo Stato per ottenere "l'erogazione del trattamento di quiescenza", vale a dire la pensione.

 

brossura
lIbro nuovo

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