Milano dalle finestre dei bar
Milano dalle finestre dei bar
di Luca Vaglio
(raccolta poetica)
pag 45
Nella Milano in cui si vive gomito a gomiti, in un realismo terminale così avvolgente come un sudario, ci sono dei campi base utili per scalare le montagne della nostra temporalità. Sono i bar con musica e avventori, che permettono di pensare quasi shackespirianamente intorno all’esistere o invece no. Non é vietato un rivolo o un refolo di una qualche felicità.
Le parole di questa scrittura si accumulano, a volte come proiettili di diverse traiettorie, che però non sono belliche ma dispongono di una propria elasticità grazie alla quale rimbalzano per accumularsi in un altrove. Anche il luogo più ovvio o scalcinato può essere visto e goduto come non privo di una sua beltà.
É questa una scrittura senza reticenza, che si espone con lampi di estenuazione ma, sui tanti no, galleggia mitemente un complessivo senso dell’affermazione. Insomma, sull’usura del nostro abusato linguaggio, riesce a prevalere l’ossigeno della dizione. Questi, appunti veloci, ma non distratti, leggendo i testi e i versi di Luca Vaglio.
Autore
Luca Vaglio è nato a Dervio nel 1973, sul lago di Como, e vive a Milano. Questa è la sua seconda raccolta di poesie. Ha già pubblicato La memoria della felicità (Zona – 2008), Linfa elettrica (Gattili – 2012) e il racconto In riva al Lario (Lite Editions – 2013).
Recensioni
Domenica, 05 Giugno 2016
poesia a Milano